Marcatura CE e Manuali dei Macchinari: Criticità Nascoste nella Sicurezza sul Lavoro
Introduzione
Continuando la nostra serie di approfondimenti sulle sfide ancora aperte in materia di sicurezza sul lavoro, questo secondo articolo si concentra su due aspetti cruciali evidenziati da numerosi studi e rapporti del settore: l’affidabilità della marcatura CE dei macchinari e la qualità dei manuali di istruzioni. Questi elementi, apparentemente formali, nascondono criticità sostanziali che possono compromettere significativamente la sicurezza degli operatori.
La marcatura CE: una garanzia reale?
La marcatura CE (Conformità Europea) dovrebbe rappresentare una garanzia di conformità del prodotto alle normative europee in materia di sicurezza. Tuttavia, come sottolineato dall’Ing. Delaini, la realtà operativa rivela diverse problematiche.
L’autocertificazione e i suoi limiti
Un aspetto critico della marcatura CE è che, in molti casi, si tratta di un’autocertificazione da parte del costruttore. “Il marchio CE è essenzialmente una dichiarazione del produttore che afferma di aver seguito determinati standard di sicurezza”, spiega un rapporto dell’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro. “Ma non esiste sempre una verifica indipendente che confermi questa conformità”.
Questa situazione crea un sistema in cui la responsabilità della conformità ricade principalmente sul costruttore, con verifiche esterne limitate o assenti, specialmente per determinate categorie di macchinari. Il risultato è che un macchinario formalmente conforme può rivelarsi pericoloso una volta installato e utilizzato nel contesto specifico di una fabbrica.
La difficile posizione dell’acquirente
Le criticità della marcatura CE pongono l’acquirente in una posizione particolarmente svantaggiata. Come evidenziato nell’intervista, quando un’azienda si trova di fronte a un macchinario marcato CE ma potenzialmente pericoloso, ha a disposizione strumenti legali limitati per contestare il prodotto e ottenere le necessarie modifiche dal costruttore.
“L’azienda acquirente si trova spesso in una situazione di impasse”, afferma uno studio di Federmacchine. “Da un lato ha acquistato un macchinario formalmente conforme alle normative, dall’altro percepisce rischi concreti per i propri operatori, ma fatica a far valere le proprie ragioni con il costruttore”.
Questa situazione si complica ulteriormente quando il macchinario proviene da paesi extraeuropei, dove possono esistere interpretazioni diverse degli standard di sicurezza o pratiche di certificazione meno rigorose.
I manuali dei macchinari: tra tutela legale e utilità pratica
Il secondo aspetto critico riguarda i manuali di istruzioni dei macchinari, che dovrebbero rappresentare uno strumento fondamentale per garantire un utilizzo sicuro delle attrezzature.
La priorità alla tutela legale
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista “Ambiente & Sicurezza sul Lavoro”, molti manuali di istruzioni sono redatti con l’obiettivo primario di proteggere legalmente il costruttore in caso di contenzioso, piuttosto che fornire indicazioni chiare e utili all’operatore. “Spesso i manuali contengono pagine e pagine di avvertenze generiche e disclaimers legali, ma poche informazioni pratiche su come utilizzare il macchinario in sicurezza nelle diverse situazioni operative”, evidenzia la ricerca.
Questa tendenza produce documenti formalmente ineccepibili dal punto di vista legale, ma di scarsa utilità pratica per chi deve effettivamente utilizzare il macchinario quotidianamente.
La carenza di istruzioni pratiche
Un manuale efficace dovrebbe contenere istruzioni chiare e dettagliate su:
- Procedure di utilizzo sicuro in diverse condizioni operative
- Modalità di manutenzione ordinaria e straordinaria
- Gestione delle situazioni anomale o di emergenza
- Indicazioni specifiche per l’integrazione del macchinario nel contesto produttivo
Tuttavia, come rilevato dall’Ing. Delaini, questi aspetti sono spesso trattati in modo superficiale, lasciando all’utilizzatore la necessità di “scoprire” autonomamente il corretto funzionamento del macchinario, con tutti i rischi che questo comporta.
La formazione iniziale: l’anello mancante
Un ulteriore elemento di criticità evidenziato dai tecnici del settore riguarda la carenza nella formazione iniziale sull’uso dei nuovi macchinari. “Il costruttore è esperto nella progettazione e nella realizzazione del macchinario, ma non necessariamente conosce le specifiche modalità di utilizzo nel contesto produttivo del cliente”, spiega un rapporto dell’INAIL sulla sicurezza delle macchine.
Questa carenza formativa crea una pericolosa fase di “apprendimento sul campo” durante la quale gli operatori devono familiarizzare con il macchinario attraverso tentativi ed errori, esponendosi a potenziali rischi.
Verso possibili soluzioni
Per affrontare queste criticità, gli esperti del settore suggeriscono alcune possibili strategie:
- Potenziamento dei controlli indipendenti: rafforzare i sistemi di verifica della conformità dei macchinari da parte di enti terzi, limitando l’autoreferenzialità della marcatura CE.
- Standard più rigorosi per i manuali: definire requisiti più specifici per i manuali di istruzioni, con particolare attenzione agli aspetti pratici e operativi.
- Formazione obbligatoria da parte del costruttore: introdurre l’obbligo per i costruttori di fornire una formazione iniziale approfondita agli operatori che utilizzeranno il macchinario.
- Strumenti legali più accessibili: rendere più semplice per le aziende acquirenti contestare la conformità di macchinari potenzialmente pericolosi, nonostante la marcatura CE.
- Condivisione di esperienze: creare piattaforme per la condivisione di esperienze e problematiche riscontrate con specifici macchinari, per permettere agli utilizzatori di beneficiare delle conoscenze acquisite da altri.
Conclusioni
Le criticità legate alla marcatura CE e ai manuali dei macchinari rappresentano un ostacolo significativo al miglioramento della sicurezza sul lavoro. Superare queste problematiche richiede un approccio che vada oltre gli aspetti formali per concentrarsi sulla sicurezza sostanziale.
Come sottolinea un documento del Ministero dello Sviluppo Economico, “La sicurezza non può essere garantita da un marchio o da un manuale voluminoso, ma richiede un impegno concreto di costruttori, utilizzatori e autorità di controllo”.
Nel prossimo articolo della nostra serie, esploreremo le problematiche legate alla frammentazione delle responsabilità in contesti produttivi complessi e alla cosiddetta “sicurezza di carta”.